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12 OTTOBRE

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12 ottobre

05 maggio 2010

Entravano piano i treni in stazione
a ottobre Milano ha già dimenticato l’estate;
c’è chi cammina felice
nel vento muove le ali,
c’è chi invece la vita
l’ha dimenticata tra i pali.
Ognuno appeso ai propri pensieri
come panni stesi,
intanto il sole si alza
come una bambina da un prato.
Poveri Cristi stesi a terra
nessuno se ne cura,
gira un gran freddo tra queste valli
forse non ci si ama più.
Ti accarezzo i capelli
grano che punge le mie mani,
lo faccio per l’ultima volta
senza saperlo.
Accarezzo il tuo sguardo
profuma
fiore di vaniglia tra le labbra,
odore di campagna
noci e avena.
Baciami con forza
come con settanta lingue,
che tutti i popoli ci capiscano
e sappiano cos’è l’amore.
Ma devo andare,
giunge il treno,
il suo suono
come il grido di mia madre
che a sera
interrompeva il gioco.....
......io che parto
lei che rimane indelebile
nei miei pensieri.


 Rosa Maria Melchionda - 30/03/2011 23:28:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Melchionda » ]

Bella. E’vero che Milano ad ottobre ha già dimenticato l’estate; è ben descritto un addio che almeno una volta nella vita si è vissuto.

 Loredana Savelli - 29/03/2011 19:26:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Molto bella, hai avuto cura di conservare la data (e non solo quella).
Colpisce la figura di questa donna misteriosa e forse di più colpisce l’indifferenza dei passanti, di una città, di una stagione.

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